Perché… ARTE DELLO SPIRITO?

Fasi. Una fase dopo l’altra sino a giungere alla realizz-Azione: la mia azione reale, autentica, indipendente dal dover apparire, dal dover dimostrare e da qualsiasi altro “ismo” accentratore o filosofia. Semplicemente essere. Essere senza filtri, senza orpelli. Essere. Anche arte.

L’ARTE DELLO SPIRITO è la via che ho raggiunto e che tuttora sento di perseguire. Non necessariamente arte immateriale o concettuale, bensì una creatività “allineata” in tutto il mio essere: fisico, emotivo, mentale, animico/causale, spirituale. Essere in connessione e coerenza.

Da questa coesione fluisce la rettitudine, il ben-essere, l’integrità e anche il “focus” diventa facile, tanto quanto aprirsi alla grazia intuitiva; non più uno stato sporadico o a sé stante, bensì un modus operandi, scaturito dal sapersi predisporre a ogni livello esistenziale. L’iniziale ricerca è pertanto diventata, nel tempo e con la pratica, una tèchne.

Prima di approcciarmi all’espressione artistica “dello SPIRITO” ho attraversato in diversi anni, quattro fasi personali e creative, descritte nel mio diario o manifesto senza circonferenze, edito da BellatiEditore nel 2007.

L’a-centr-ismo è quanto è emerso; non l’assenza di un nucleo centrale, bensì il progressivo reset da circonferenze precostituite: falsi sé, inFormazioni fuorvianti, schemi ripetitivi.

Di fatto, ho raschiato dipinti (Fase I) sino a ritornare alla vergine tela (“Squeegee Paintings, “grattage”) e ho bruciato disegni e pensieri sino a sentire la fragranza e il rumore del vuoto. Ho inseguito vicoli verticali e attraversato circo-stanze, prima di intravedere la luce.

La luce è una sorta di presenza costante, un’atmosfera onnipervasiva che ho imparato a riconoscere e intravedere tra le pieghe/piaghe della materia.

Le mie opere di Lightart (Fase II) ne sono una testimonianza infinitesimale.

L’immateriale è diventato percepibile dopo anni. È stato necessario intraprendere un affidamento radicale prima di avvertire l’agio o meglio, il “cor-agio/coraggio”. Dilatare le stanze del cuore, così come le immagini di arte digitale (Fase III) ha aperto vie inconsuete e immateriali, oltre i limiti sensoriali.

Il passaggio tra il vedere e il visionare è stato, di fatto, l’instaurarsi di un ponte vibrazionale alimentato dallo yoga della trasmutazione sessuale.

La Fase IV – installazioni e video – è una sorta di retrospezione e sintesi necessaria al passaggio a un’ottava superiore: dall’immateriale all’ ARTE DELLO SPIRITO.

Sì, scritto tutto maiuscolo, perché molte menti si inibirebbero davanti alla sola parola Spirito. I riferimenti teologici non sono così rilevanti e nemmeno le filosofie o gli esoterismi.

SPIRITO è sostanza super partes ed extra-ordinaria in noi, ossia fuori dall’usuale (corto)circuito della personalità/maschera/interfaccia.

Fare questo tipo di arte, ha significato acquisire l’arte di diventare neutrale, ricettiva e osmotica tra ciò che percepiamo come tangibile/materiale e ciò che è di ordine più sottile/spirituale.

Il vissuto non è più così vincolante e uscire dal bozzolo del corredo natale, delle coordinate esistenziali e delle credenze sociali instillate senza consenso, è effettivo.

L’ARTE DELLO SPIRITO è espressione di questo stato di coscienza.

 

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