Cieli Verticali
Solo exhibition, 25.09 – 31.10.2022, Nellimya Arthouse
Spesso, nei disegni dei bambini, il cielo è rappresentato orizzontalmente, come una sorta di tetto e il sollevarsi dello sguardo, lascia a intendere che sia “sopra”, distanziato e talvolta persino irraggiungibile, anziché “tutt’intorno”, respirabile e palpabile.
La differenza tra aria e cielo assume pertanto significati diversi, soggettivi e alquanto intimi.
E poi, come mai il cielo è blu? Brevemente, l’azzurro/blu del cielo è tale, in quanto la luce, entrando nell’atmosfera terrestre, si “scontra” con i gas dell’aria e pertanto i colori, con onde più lunghe come il rosso, ad esempio, bypassano le particelle dell’aria e continuano la loro traiettoria, mentre l’azzurro/blu, avendo onde più corte, collima con le particelle deviando e riflettendo in ogni direzione. Queste tra le premesse che ispirano la mostra Cieli Verticali.
I Cieli Verticali sono opere digitali, pittoriche e di Realtà Aumentata (work in progress), dove il Cielo è inteso qui-ora e la verticalità è il trait d’union tra la terra – materialità – su cui abbiamo la sensazione di appoggiare i piedi e l’immenso blu – immaterialità – in cui l’animo si conforta e vivifica.
La mostra Cieli Verticali, nata per Art Week Lugano, fa incontrare nuove creazioni con opere precedenti realizzate nel corso degli anni e ispirate alla domanda:
“Chi può dire dove comincia l’aria e finisce il cielo”? che, di fatto, è anche il titolo di un’installazione di Mya Lurgo datata 2005.
Così come l’opera Io Sono la porta del cielo, dedicata a Yves Klein nella mostra À travers l’Immateriel, tenutasi a Lugano nel 2008 a cura di Anna Caterina Bellati.
L’esposizione presenterà anche l’installazione Che paradiso sei? Il cielo non si macchia con le nuvole presentata a Venezia in occasione di Open XI, Mostra Internazionale di Sculture e Installazioni, a cura di Anna Caterina Bellati, nonché Vertical Blue venuta alla luce nel 2017. Non da ultima, sarà esibita anche l’opera luminosa Deadline-Skyline realizzata per il museo Elisarion a Minusio nel 2020.
I nuovi lavori della serie Cieli Verticali sono un’operazione dell’ARTE DELLO SPIRITO. Questo significa che sono stati realizzati con un intento iniziale chiaro, ma soprattutto con una predisposizione d’animo scevra da condizionamenti personali.
Questa creatività richiede la preliminare messa in pratica di un processo psicofisico o meglio, una “téchne”, ideata per bypassare il sapere acquisito, in virtù di uno stato intuitivo in purezza; per approfondimenti vi sono podcast e Ricerche sul sito myalurgo.ch.
Nei prossimi mesi questa serie di lavori sarà ulteriormente ampliata e “testata” con lo scopo di comprendere sino a che punto queste opere possano generare un processo, benefico, tra opera e fruitori. Questa ulteriore indagine – l’arte fa bene o fa male? – verrà vagliata con specifici apparecchi allo scopo di misurare la contaminazione, tra chi crea e chi osserva, in primis, per accertare la qualità (fa bene?) della visione e, secondariamente, per verificare la durata dell’effetto. I benefici sulla riduzione del cortisolo nel sangue nei soggetti che visitano mostre/musei sono già stati riscontrati, ma in questo caso la sperimentazione sarà a livello del campo elettromagnetico, prima e dopo l’esposizione all’opera.