Out of the Blue è un’espressione inglese usata comunemente per esprimere un fatto inaspettato, un qualcosa che da un secondo all’altro si è verificato senza preavviso. Nel caso di questo libro, che prende in prestito il modo di dire menzionato per comporre il suo titolo, il senso è da intendersi doppio; al fianco della definizione classica l’autrice ne assume un’altra, traducendo il detto in modo letterale: fuori dal blu. L’artista Mya Lurgo, scrive questo libro per raccontare la sua vicenda umana e artistica vissuta nei vent’anni dedicati alla pratica dell’acentrismo. Acentrismo: dal sogno dell’ego alla divina realtà. Manifesto d’arte e spiritualità senza circonferenze è, infatti, il titolo del libro edito nel 2007 da Bellati Editore, la prima pubblicazione di Mya Lurgo sui temi base scatenanti la sua arte.
Out of the Blue rappresenta l’ultima versione del testo Acentrismo, rieditato sia con l’intenzione di arricchire e approfondire le considerazioni già trattate alla luce delle nuove informazioni acquisite, sia con lo scopo di aggiungere i passi mancanti necessari all’evoluzione del percorso artistico acentrico.

L’acentrismo nel tempo:

Fase I (dal 1995) Painting
Fase II (dal 2004) Light Art
Fase III (dal 2006) Digital Art
Fase IV (dal 2011) Video-Installazioni

Ovviamente nessuna tecnica è stata accantonata nel corso degli anni, ogni medium espressivo resta operativo e in evoluzione. Il linguaggio utilizzato per descrivere il processo creativo legato all’arte acentrica, è da intendersi quale manifestazione di un lungo periodo di auto formazione e autoeducazione dell’artista Mya Lurgo, in diversi campi del sapere, dall’arte alla filosofia fino all’esoterismo. L’acentrismo, in quanto processo creativo senza circonferenze, si è sviluppato su un terreno di conoscenze tanto vasto quanto eterogeneo, proponendo una visione dell’arte d’intrinseca natura olistica, adeguato al contesto di cultura globale nel quale viviamo.
Al lettore è richiesto di non credere ciecamente a nulla di quanto affermato nel testo, ma di verificarne la veridicità facendone esperienza personale. Al lettore è chiesta la sospensione dei giudizi, per prendere in considerazione quanto esposto e poterlo osservare in modo oggettivo, nel compiersi del vivere quotidiano. L’acentrismo è per tutti quegli individui, siano artisti o meno, che sentono l’intimo bisogno di comprendere quale è il loro ruolo su questa terra. L’acentrismo auspica il risveglio della coscienza attraverso la conoscenza di se stessi, l’osservazione iperlucida e la pratica dell’arte.
Il punto di partenza da cui Mya Lurgo ha sviluppato l’acentrismo è da cercarsi nelle opere e negli scritti di un altro artista, attivo a Parigi nel secondo dopo guerra. Yves Klein (Nizza, 1928 – Parigi, 1962), detto “Yves le Monochrome” o pittore dell’infinito, nella sua breve quanto prolifica vita ha previsto l’avvento 7 e teorizzato gli esiti dell’arte Immateriale, una speciale forma d’arte che pone l’invisibile sensibilità dell’artista – uno dei misteri dell’arte (forse oggigiorno svelato) – al centro di ogni opera. Al fine di rendere manifesto il legame venuto costantemente a crearsi tra il corpus di pensiero di Yves Klein e l’acentrismo, sono state riportate e integrate quelle parti degli scritti ufficiali di Klein ritenute essenziali per la comprensione dei concetti espressi dall’arte acentrica (la versione integrale del Manifesto di Yves Klein è riportata al fondo di questo libro, mentre gli altri testi citati sono reperibili sia online sia nei numerosi libri e cataloghi di mostre in commercio). È, inoltre, scelta dell’autrice quella di aver caratterizzato con il colore blu tali estratti, come pure le parole comunemente utilizzate da Klein, per aiutare una volta di più il lettore durante la lettura. Attraverso il viaggio nell’arte acentrica, condotto da Mya Lurgo, la ricerca di Yves Klein e la forza della Rivoluzione Blu da lui invocata, rivive in alcuni dei suoi aspetti peculiari, troppe volte trascurati dalla critica presumibilmente in favore di criteri di simpatia e antipatia. 
Proprio come dice il Buddha in uno dei suoi aforismi: “Per vedere ciò che pochi hanno visto, dovete andare dove pochi sono andati”. Questa verità è tanto più vera se l’argomento trattato è di natura spirituale, invisibile, Immateriale; solo il singolo individuo ha l’innata capacità di poter(e) – e volere – scoprire qualcosa di più su quell’energia impalpabile che si trasmette, nel mondo materialistico in cui siamo tutti coinvolti, in quei valori umani essenziali, chiamati: amore, amicizia, felicità, ecc. Com’è evidente, questi sentimenti – in quanto tali – non hanno una forma che possiamo toccare con mano o vedere con occhi fisici, eppure, quanti di voi hanno “visto” o “sentito” l’importanza di questi valori universali? Sono molte le vie che l’individuo ha per giungere alla piena consapevolezza di se stesso.
In questo testo Mya Lurgo, offre la sua personale esperienza, vissuta nel momento e nello sviluppo dell’incontro tra il mondo spirituale, dentro di sé e fuori di sé, e la sfera dell’arte. Non è di certo l’unica artista, prima e dopo Klein, nella Storia dell’Arte a parlare di spirito: lo spirituale nell’arte è qualcosa che esiste da quando l’arte esiste, il resto – tutto quello che sappiamo oggi dell’arte – è venuto dopo. 
Il fine dell’arte, in questo contesto, è riattivare lo spirituale che giace nella materia attraverso l’atto creativo. Da dentro a fuori, da fuori a dentro… out of the Blue! Fuori dal blu, dunque, poiché l’arte acentrica si fa estensione del pensiero e dell’opera di Yves Klein. Fuori dal blu perché, con le sue quattro fasi il processo legato alla realizzazione dell’arte acentrica volge al termine per lasciar spazio a qualcosa d’altro, come illustra la simbologia legata all’Uroboro: l’immagine di un serpente che mangiando la propria coda intraprende l’esperienza della consumazione di se stesso attraverso la comprensione/assorbimento della limitata forma-circonferenza del suo essere, sino a fondersi con l’Immateriale. L’Uroboro recupera pertanto l’esistenza di sé come parte integrante del Tutto, dando termine al suo sussistere solo come serpente.

“LIBERA! …Proprio come si dice nei film quando si usa il defibrillatore… LIBERA! …Mi sento così, prossima all’ultimo scossone per poi tornare a vivere, vivere di vita e luce propria. 
Sto concludendo il mio scritto L’Immateriale di Yves Klein incontra l’acentrismo e mi approccio a essere, senza l’accompagnamento di quest’affinità elettiva che da anni segna il mio trascorso umano e artistico. Il sogno che continua oltre il blu, è diventato un sogno lucido. Ho amato l’avventura di questi anni e grazie all’Immateriale ho riconosciuto la mia anima e sfiorato la frequenza del mio ispiratore. Sono a pochi passi dal mio personale lancio nel vuoto, in totale affidamento all’Incondizionato, quale altro finale poteva esserci? Tutto e Tutti acentrizzati. Lieto fine” 
(Mya Lurgo, Lieto fine, in Acentrismo, arte e metafisica in Opera, blog, 25 aprile 2012)

Prefazione a cura di Anna Mazzucco

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