“Il divino stimolatore
aleggia ovunque,
per questo
l’amore è già accaduto
facendo di ogni
vuoto di niente
un pieno potenziale creAttivo
giacché Dio non si risparmia…
E fu così che
anche l’ultimo desiderio
ebbe requie”
Di seguito i dettagli dell’opera Il divino stimolatore aleggia ovunque, testo antico dipinto, acrilico, tela, matite, stilografica.
Chiuso: 12x19x3 cm, aperto: 24x19x3 cm. Aranno, 2019
L artista di nuovo artista, senza casa e totalmente vuota . Tale per essere riempita dal divino spiritualmente, e non religiosamente (quindi quasi forzatamente), manifesto solo e unicamente in quello space in between tra finzione e realt , tra artista e pubblico, e nello spazio della loro interazione. Quando scendevo dal tram in Piazzale Appio mi fermavo sempre a vedere le locandine dei film affisse davanti al cinema Massimo. Avrei dato qualsiasi cosa per poterne guardare anche solo una piccola parte, vedere tutti quei meravigliosi vestiti che indossavano le bellissime attrici americane dalla pelle bianca e le labbra di corallo. Con il viso coperto da un velo d imbarazzo, mi fermavo di fronte l entrata e sorridevo al ragazzo della biglietteria, che con un tic nervoso si passava la mano sui capelli lucidi di brillantina. Aveva preso impiego l da poco tempo, al suo posto prima c era la vecchia titolare, che quando mi vedeva con gli abiti di seconda mano passati a me da mia sorella maggiore, mi gridava: Regazz nun aria, se nun c hai nemmeno du spicci pe compratte na giacca della misura tua, nu mme ven a d che c hai li sordi per bijetto. Qui nun se fa l elemosina a nessuno! . Rossa di rabbia e con le parole che mi si strozzavano in gola mi voltavo e scappavo via correndo. Ma anche l erba cattiva prima o poi muore, e cos arriv Romeo, questo era il nome del ragazzo che un giorno sarebbe diventato mio marito. Mi faceva entrare di nascosto a film iniziato, ed io rimanevo nel buio dell angolo in fondo alla sala, con indosso un abito da lavoro nero comperato ai MAS in Piazza Vittorio. Da MAS andavo con mia madre; ci piaceva guardare le vetrine e da quando i prezzi si erano fatti convenienti potevo finalmente permettermi di prendere delle giacche della mia misura. MAS s che vestiva tutta Roma, altro che lo slogan di Zingone. Quando nella sala si accendevano le luci per l intervallo, fingendomi l addetta alle pulizie, con ramazza e paletta in mano, raccoglievo le cicche sparse sul pavimento. stato cos che piano piano il cinema diventata tutta la mia vita. Iniziai a lavorare facendo piccoli lavori di sartoria presso quelli che un tempo erano i Magazzini Roma, e diventai poi una costumista per alcune aziende cinematografiche. MAS fu per anni la mia seconda casa.