Out of the Blue
“Mi rendo conto che l’opera acentrica per il sistema dell’arte rischia di diventare mera raffigurazione di concetti altissimi, ma questo mondo cane, prima di discettare di estetica e di arte, ha urgenza di ripristinare i significati, tanto quanto l’artista ha urgenza di cimentarsi con le forze espressive che tali argomentazioni mettono in moto.”
Le quattro fasi dell’acentrismo sono “strumenti ecologici e rituali” atti a forgiare l’artista, prima ancora dell’opera, per iniziarlo all’Immateriale e consentirgli il superamento del tradizionale concetto di intuizione, inteso quale sporadico stato di “grazia superiore”, captato non per volontà propria o desiderio, bensì per momentanea affinità elettiva. I processi messi in atto dalle quattro fasi acentriche consentono all’artista di implementare la connessione con l’Immateriale sino alla comunione diretta, cosciente e senza interruzioni: un perpetuo stato di grazia Out of the Blue.
Questa confidenziale relazione incentiva l’affidamento all’Immateriale e permette all’artista di essere costantemente ricettivo all’assimilazione dei contenuti che dovrà e vorrà mettere in opera. Sia ben chiaro che in questa fusione la volontà è ben più che sinergica, è una. L’individualità resta, ma non vi è più un fulcro egocentrico da difendere e dal quale far dipendere il proprio operare. L’arte, intesa in tutte le sue forme, ha qui un solo committente: l’Immateriale, e questo è un rovesciamento di prospettiva. Gli anni di assidua ricerca e introspezione per stabilizzare questa connessione, hanno inibito il quantitativo di opere prodotte da Mya Lurgo, permettendo principalmente la realizzazione di una téchne del metodo acentrico, affinché sia pubblico e disponibile a tutti quegli artisti che vorranno servirsene per servire l’Immateriale. I seminari teorico-pratici sul metodo acentrico sono aperti a tutti gli addetti ai lavori; date sul sito www.myalurgo.ch. L’avviso del 2007, rintracciabile nel libro Acentrismo: dal sogno dell’ego alla divina realtà (Bellati Editore), è pertanto valevole ancora oggi, affinché colleghi con medesime affinità possano condividere la propria esperienza operando in solitaria – come spesso si richiede – ma non per questo in solitudine.
A tal ragione, si riporta l’avviso di YVES KLEIN: “Cooperare vuol dire unire la propria azione a quella degli altri in vista di uno scopo da raggiungere, lo scopo per il quale io propongo la cooperazione è l’arte. Nell’arte senza problematica si trova la fonte di vita inesauribile per la quale, se siamo dei veri artisti liberati dall’immaginazione trasognante e pittoresca del dominio psicologico che è il contro-spazio, lo spazio del passato, noi arriveremo alla vita eterna, all’immortalità.
L’immortalità si conquista insieme, è una delle leggi della natura dell’uomo in funzione dell’universo. […] Propongo in effetti di superare l’arte stessa e di lavorare individualmente al ritorno alla vita reale, quella in cui l’uomo pensante non è più al centro dell’universo, ma l’universo al centro dell’uomo. […] Penso che l’Occidente europeo comprenderà il valore della nostra impresa immaterializzante in tempo per vivere senza tardare nel vergine, nel perenne, nella bellezza oggi.”
Il Ciclo di opere Out of the Blue nasce a servizio del progetto cosmico di evoluzione dell’umanità e per questo si declinerà in diverse tematiche:
• Serie Out of the Blue_RESURRECTION
• Serie Out of the Blue_BLOOMING
• Serie Out of the Blue_APOCALYPSE
• Serie Out of the Blue_NETWORK
• Serie Out of the Blue_SAMSARA
• Serie Out of the Blue_GEOMETRY
• Serie Out of the Blue_ANGELS
Non si pretende certo fare opera di conversione, bensì introdurre in quel ramo dell’arte definita sacra, altre coordinate spirituali per promuovere nuove riflessioni, maggior autocoscienza e spiritualizzazione della materia. Auspicabile è “l’acentrizzazione” del concetto di sacralità, attraverso l’implementazione dei parametri che il cattolicesimo ha infuso per enunciare la propria interpretazione, attraverso una mirata commissione di opere iconografiche. La ricerca artistico-spirituale di Mya Lurgo verte principalmente sugli insegnamenti rosacrociani di Max Heindel, estendendosi a studi antroposofici secondo Rudolf Steiner, gnostici secondo il V.M. Samael Aun Weor e archeosofici secondo Tommaso Palamidessi. Resta ben inteso che qualsiasi “ricerca/studio” è trampolino di lancio e occasione per indagare gli insegnamenti tra sé e sé acentricamente (senza dogmi, culti pre-impostati), instaurando un trait d’union, una risonanza, tra la testa e il cuore, unico parametro di misura valevole per entrare in risonanza con il deposito di verità già insito in noi. Le opere Out of the Blue sono dediche all’Immateriale. Dediche perché prive di problematica/zavorra personale, come qualsiasi omaggio dovrebbe essere. Qui, il termine stesso Out of the Blue intende inoltre consacrare la raggiunta indipendenza di Mya Lurgo dall’ispirazione kleiniana.
“Si ripaga male un maestro, se si rimane sempre scolari” (Friedrich Nietzsche)
Out of the Blue_RESURRECTION
Out of the Blue_RESURRECTION, prima serie di lavori che omaggia il tema della resurrezione nel suo più vasto significato e si presta quale operAzione sincretica emergente dagli Abiti di san(T)ità e dal Corpo di Luce.
Out of the Blue_RESURRECTION: Zarathustra c’era è un’installazione composta dalla proiezione su un mappamondo di un impianto digitale ottenuto attraverso l’elaborazione di più immagini-simbolo. L’opera s’ispira ai concetti antroposofici di Rudolf Steiner elaborati attraverso la lettura chiaroveggente della cronaka akashica o memoria della Natura e dell’evoluzione umana.
YVES KLEIN: La sensibilità dell’uomo è onnipotente sulla realtà Immateriale. La sua sensibilità può anche leggere nella memoria della natura, che si tratti di passato, di presente o di futuro! Questa è la nostra autentica capacità di azione extra-dimensionale!
Out of the Blue_Zarathustra c’era è di fatto un’opera che rivaluta la Nascita più sacra dell’anno: la notte fra il 24 e il 25 dicembre quando nell’emisfero Nord il Sole fisico è al suo punto più obliquo rispetto alla Terra, cosicché i raggi spirituali scendendo ad angolo retto sulla superficie terrestre possano promuovere massimamente la spiritualità. In tale data il Sole va inteso quale “Salvatore” dell’anno che ha inizio sotto l’ascendente della Vergine; per questo il Salvatore nasce dalla Vergine. Cosa significa in questo tradizionale contesto Zarathustra c’era? L’antroposofia di Rudolf Steiner, si addentra molto su questo complicato argomento, rivelando la presenza di quattro genitori: due Giuseppe e due Marie, nonché un Gesù salomonico, betlemita, discendente dalla casa di Davide, prescelto per incarnare l’Io di Zarathustra in un “corpo ebraico” discendente da Abramo e un Gesù natanico, nazareno, discendente dalla linea sacerdotale, prescelto per il suo corpo eterico, esente da influsso luciferico e per il corpo astrale, trasfuso dal Corpo della Trasformazione del Buddha (Nirmanakaya). Il Bambino natanico, privo dell’Io che si genera d’incarnazione in incarnazione, all’età di dodici anni “assume in sé” l’Io del Bambin Gesù salomonico, con le relative caratteristiche sapienziali, divenendo l’individualità umana conosciuta con il nome di Gesù di Nazareth. Proprio evidenziando i dodici anni di età, la Bibbia, nel Vangelo di Luca, descrive un Gesù nel tempio, capace di “far valere le cose del Padre suo”, dibattendo con esterrefatti dottori della Legge. Il Gesù salomonico, suo padre e la madre del Gesù natanico decedettero a breve.
La madre del Gesù salomonico si trasferì dal padre del Bambino natanico e il dodicenne, come scrive Luca (3,23) “lo si ritenne un figlio di Giuseppe”. Il Vangelo di Luca, come gli altri Vangeli canonici, non fa altri riferimenti alla vita di Gesù fino all’inizio della sua attività pubblica. In testi differenti dalla Bibbia (ormai di esoterico resta ben poco per il vero ricercatore) Gesù di Nazareth è presentato in modo duplice:
• Come un essere altamente istruito, specializzato e preparato a incorporare il Raggio Cristico, quale evento straordinario e irripetibile; evento che ebbe luogo durante il battesimo nel fiume Giordano nel trentesimo anno di età di Gesù, quando Zarathustra ritrasse il proprio Io, estromettendosi dalla triplice corporeità di Gesù di Nazareth, per lasciar spazio all’Essenza Cristica, simboleggiata dalla colomba;
• Come sintesi umano-divina perché Gesù di Nazareth offrì il suo corpo alla potenza del Grande Spirito Solare Cristo (Gesù-Cristo) per coadiuvarne la missione: togliere il peccato dal mondo (non dal singolo individuo), purificando il corpo del desiderio del pianeta Terra reso impuro dalle religioni separatistiche Jehovitiche o di Razza, affinché l’evolversi dell’umanità non ne venisse incalcolabilmente ritardata.
Cristo-Gesù fu l’unica entità possedente l’intera catena dei dodici veicoli/sensi capaci di mettere in relazione il corpo denso sino al Padre, e grazie a questa comunione la relazione con l’Immateriale può aver luogo nell’intimo di ogni singolo individuo.
Out of the Blue_RESURRECTION: D’Acqua e Spirito è un’installazione luminosa composta da due elaborati digitali, due intagli al laser, disegni che tracciano percorsi di luce a LED all’interno dell’opera e una parte centrale costituita da un box contenente acqua e foglie dorate, mosse da un soffio d’aria discendente (dimensioni del progetto 180x50x7 cm, piedistallo escluso; fase di realizzazione in corso). L’opera è un omaggio al Battesimo di Gesù di Nazareth (nato nel tempo indicato dalla storia e non nel 105 avanti Cristo come sostengono alcune opere occulte, riferendosi a un altro Gesù che ebbe iniziazione egiziana) nel fiume Giordano e sviluppa il suo concetto accompagnata da queste parole: “E adesso arriva Colui che toglie il peccato del mondo, recando in sé l’Io di Zaratustra, il Nirmanakaya del Buddha nel corpo astrale e l’essenza priva d’influsso luciferico nel corpo eterico. Ecco l’agnello di Dio immergersi totalmente nell’acqua, sino all’asfissia… assunzione completa di un compito di portata cosmica, atto a incorporare il Cristo per reggerne la potenza e la volontà”.
L’Io di Zarathustra, sotto l’effetto di questa penetrazione indicibile, si esteriorizzò dal corpo fisico di Gesù di Nazareth e il Cristo si fece carne e sangue varcando simultaneamente tutti i confini e i limiti di questo pianeta “a terra”.
Vi fu mai un istante più grande di questo sulla Terra? Quali visioni e vibrazioni riuscì a sostenere Gesù di Nazareth per ben tre anni nel suo corpo mortale? Tutto il vissuto di Gauthama il Buddha. Tutto ciò che da sempre è predestinato per l’umanità. Difficile da immagine. Impossibile da rifare. Non resterebbe altro che dire grazie. Gli studi rosacrociani, almeno sino al corso regolare e supplementare, non si pronunciano in tal senso pur riconoscendo a Gesù di Nazareth dei natali d’eccezione. Quel che sottolineano è ciò che stabilisce la legge cosmica: “nessun essere, per quanto elevato sia, può funzionare in un qualsiasi mondo senza possedere un veicolo costruito con la materia di quel mondo”, a causa di ciò il Cristo non poté autonomamente costruirsi e funzionare in un corpo vitale e in un corpo fisico denso, ma dovette avvalersi del Servizio di Gesù e del suo corpo, appositamente preservato ed evoluto al massimo grado, grazie alla sua abnorme devozione e alla saggezza essena. Va detto che Maria, sua madre, fu creatura umana purissima e Giuseppe, suo padre, fu un Iniziato di grande levatura, vergine, che realizzò l’atto della fecondazione come un sacramento, senza passionalità. I corpi fisici e ultrafisici di Gesù vanno così riconosciuti quali migliori veicoli che si potessero produrre in Terra per accogliere il Cristo: Grande Spirito Solare o Figlio, supremo Iniziato degli Arcangeli (da non confondersi con l’Unigenito detto anche il Verbo o Fiat Creatore) poteva agire soltanto sino al Mondo del Desiderio: piano più basso in cui si svolse l’evoluzione degli Arcangeli. Senza il sacrificio (sacro uffizio) di Cristo-Gesù, l’uomo, obnubilato nel suo percepirsi continuità Immateriale, non avrebbe potuto auspicare alla remissione dei peccati, conditio sine qua non per poter accedere ai regni superiori sostenendone le celestiali vibrazioni.
Sul Golgotha, quando fu versato il sangue di Cristo-Gesù sulla croce, fu liberato il Cristo – Grande Spirito Solare – dal corpo fisico di Gesù, permettendoGli di addentrarsi nella Terra con i Suoi veicoli individuali, grazie ai quali inter-penetrò i veicoli planetari, diffondendo l’intero Suo corpo del desiderio in tutta l’estensione del pianeta. In quel momento la Luce inondò la Terra “lacerando il velo”, ossia rendendo possibile a chiunque lo desideri, il Sentiero dell’Iniziazione, precedentemente riservato soltanto a pochi eletti. Per tale fulgore si è detto che “il sole si oscurò”, mentre invece vi fu un eccesso di luce abbagliante quando la Terra assorbì le vibrazioni del corpo del desiderio del radioso Spirito Solare. La causa cristica esprime la missione di fondare una Religione Universale, per evolvere le religioni di razza (Taoismo, Buddismo, Induismo, Giudaismo…). Gesù, nostro Fratello Maggiore, va ricordato e amato per il suo offrirsi a Cristo e al mondo, ma confonderlo come l’unico e ben amato Figlio di Dio sarebbe un errore.
Out of the Blue_RESURRECTION: Via Lucis, Colui che cercate non è qui è un’opera di Light Art composta da una digital art stampata su metacrilato: un involucro contenente nove fasci di luce bianchissima, nove quante furono le beatitudini elencate nel biblico Discorso della Montagna: sermone rivolto da Gesù ai suoi discepoli e a una grande folla. La luce nell’opera si dirama simultaneamente verso l’alto e verso il basso sino a ricoprire uno spazio di almeno 4 metri. L’installazione prevede la costruzione di una pavimentazione rialzata per far intendere all’osservatore la discesa del raggio cristico nelle viscere terrestri. Nel suo concetto, l’opera esalta il mistero del sacrificio del Golgotha, quale evento atto a ripristinare i principi evolutivi umani, non soltanto per ciò che è stato insegnato da Gesù, compenetrato dal Cristo, ma soprattutto per ciò che è stato lasciato in eredità agli uomini di buona volontà: il corpo di resurrezione. Out of the Blue_RESURRECTION: Via Lucis, Colui che cercate non è qui, esprime i precetti steineriani atti a rinnovare l’isocristicità, attraverso la cosciente compenetrazione del “fantoma”, matrice primigenia del corpo fisico, reso nuovamente accessibile all’umanità grazie al mistero del Golgotha: evento cosmico risanatore da intendersi esotericamente.
Per assimilare la grandezza di questo fatto bisognerebbe ripercorrere la storia (non quella raccontata nei libri e nemmeno quella resa metaforica nella Bibbia, bensì quella teosofica o antroposofica o rosacrociana) sino all’epoca di Lemuria, quando l’essere umano, molto diverso nell’aspetto da come siamo abituati a intenderlo oggi, subì i pro e i contro dell’influsso luciferico. Per “luciferico” s’intende l’umanità del Periodo della Luna: angeli non sufficientemente progrediti per assumere un corpo fisico denso, ma bisognosi di poter usufruire di un organo – il cervello umano – che li aiuti a completare il loro processo evolutivo. Questi spiriti, penetrando nel midollo vertebrale e nel cervello della donna, perché maggiormente educata all’immaginazione, furono recepiti come “serpenti”, perché passanti per il canale rachideo della spina dorsale. Il loro influsso fece sì che la donna prendesse coscienza del proprio corpo e aprisse gli occhi alla controparte maschile per gestire liberamente l’atto riproduttivo senza più alcuna supervisione; in quest’ottica fu instillato il seme del libero arbitrio e “mangiando del frutto dell’albero della Conoscenza” fu di fatto possibile creare un nuovo corpo, ma per renderlo immortale – rinnovarne cioè il corpo vitale – sarebbe stato necessario anche “mangiare dall’Albero della Vita”, cosa che le Gerarchie Creatrici impedirono per non cristallizzare l’evoluzione. L’umanità non poté quindi ricevere nella sua completezza il fantoma, ovvero ciò che ha forza formante per edificare, rilegare e compenetrare le parti materiali intessute nel corpo fisico, e a causa di questa “incompletezza d’inFormazione” l’uomo fu reso inabile a contrapporre forze di rinnovamento alle continue forze disgreganti. Il corpo fisico a cui siamo abituati non corrisponde a ciò che realmente il corpo fisico è, perché il progetto del reale corpo umano è di fatto una matrice (il fantoma) e non è destinato a perire; quello che si rende visibile ai nostri occhi è il contenuto in via di decomposizione delle sostanze minerali che ne compongono l’involucro.
L’intervento Cristico, grazie al versamento del sangue nella Terra, ha reso disponibile all’umanità un nuovo fantoma, il secondo Adamo, il corpo di risurrezione, senza il quale l’uomo avrebbe raggiunto una fisicità sempre più degenere e un senso dell’Io (autocoscienza) sempre più vacuo. Affrancarsi da quest’eredità Cristica, presente nel cuore della Terra, al giorno d’oggi non è più “lavoro da iniziati”, bensì scelta libera e desiderio vivo. Il lavoro acentrico che l’artista compie su di sé nella Fase I – il rendersi volontariamente impersonale per non essere d’intralcio con la propria personalità durante il processo creativo – non disconosce e non mina l’individualità raggiunta, ossia la presa di coscienza nell’esprimere “l’io sono”, bensì la spoglia da connotazioni egocentriche, che esaltano una falsata unicità senza riconoscere e avvalorare l’essenzialità intrinseca che accomuna e affratella ogni uomo.
I rosacrociani, secondo i precetti di Max Heindel, non appoggiano la versione steineriana, pur dando all’evento del Golgotha grandissima rilevanza. In effetti, ciò che insegnano contempla una ben specifica “gerarchia spirituale”, che amplifica di molto la tradizionale concezione cattolica dell’Immateriale. Indipendentemente dalla verità steineriana, rosacrociana, gnostica, teosofica… concessa con il contagocce, cautelativamente, per non rischiare di dare le perle ai porci, quel che più preme all’artista acentrico è investire l’opera di contenuti spirituali, anche eterogenei, proprio per amore della ricerca senza circonferenze. Chi ne fosse “toccato” farà il percorso destinato a condurre il proprio essere verso quella verità che solo il proprio cuore può riconoscere. L’essenziale per l’artista acentrizzato, ossia depurato da se stesso, è entrare in contatto con temi spirituali, soprattutto quelli non destinati al grande pubblico, quelli capaci di risvegliare l’impulso sacro per l’Immateriale. I tempi attuali – così promiscui e debilitati dalla frenesia che produce oblio, dalla corruzione che inquina la Natura e l’esistenza etica, dalla menzogna, dal dubbi o imperante e dall’insensibilità che ci affligge – sono tempi moribondi, per giunta ignari di esserlo; sono tempi di personaggi e società distratte, sfiancate, servili e troppo disilluse per mettere in atto strategie nuove, perché già nascenti sul baratro del fallimento. Fallimento imposto dal sistema che salvaguarda se stesso, servendo poteri tanto oscuri, quanto celati dall’ironia e dal disprezzo verso ciò che pone focus sull’essenziale. L’arte non è salva e spesso nemmeno salvifica, non è preservata da questo inquinamento e forse ha avuto modo di esserlo solo raramente, grazie ad artisti non in vendita. Artisti disposti a scindere nella propria produzione, l’opera commerciale, zoccolo duro per mantenere se stessi e la propria ricerca, dall’opera concepita e partorita per essere a servizio di più alti ideali che non la legge di mercato e il bisogno di essere riconosciuti, compresi, acquistati.
Out of the Blue_RESURRECTION: Raja Bhujangasana Regale Posizione del Serpente nasce da uno scatto fotografico rappresentante Mya Lurgo su un masso a testa di serpente, durante una performance di yoga kundalini in Portogallo, nel 2007. La postura assunta (asana in sanscrito) incorpora la propensione e la vocazione a perseguire la via Verticale, prendendo fisicamente posizione, come un serpente che innalza la testa. I Rosacroce insegnano che all’interno del canale vertebrale, dove il midollo spinale è contenuto, vi è un gas (non un liquido) simile al vapore acqueo; surriscaldandosi per l’attività vibratoria dello Spirito, si converte in Fuoco-Luce rigenerativo. Questo è l’a-zot-o degli alchimisti, dove “a” sta per Alfa e la “o” sta per Omega. Detto fuoco spirituale dipende dall’evoluzione animica del singolo individuo. L’opera evoca l’energia kundalini, quando nel suo risvegliarsi genera un sibilo serpentino durante la propulsione verticale, a seguito di anni di rivoluzione sessuale, andando “contro corrente o contro natura”. La resurrezione dai limiti della carne, fulcro tematico di quest’installazione, è l’arte di librarsi oltre la croce del corpo, svincolando i veicoli superiori attraverso il Golgotha – Luogo del Teschio – ossia il cranio fisico. Per poter fare questo scientemente occorre aver sviluppato in se stessi il “dorato manto nuziale”, detto anche corpo di luce o radioso corpo anima. Ciò è possibile facendo leva sull’energia sessuale non più espressa verso bassi istinti, bensì innalzata come due serpenti che scorrono verticalmente sulla colonna vertebrale (denominata anche il Sentiero del Discepolato) rendendo possibile il distacco dal corpo denso nei punti in cui è legato alla materia: mani, piedi, testa e costato. La differenza fondamentale tra questa e tutte le serie precedenti consta nella necessità di raffigurare e trasfigurare, lo stesso corpo fisico dell’artista, in quanto l’isocristicità è attuabile solamente dal singolo individuo per se stesso: scelta di campo che va fatta e dichiarata apertamente, motivo per il quale l’opera è stata resa pubblica con un’installazione nel 2013.
“Piena di coscienza. Avvinta da impulso luciferico. Scelgo, prima dell’ultima istanza, la Volontà fatta per me, senza dubbi sul mio bene. Piena di coscienza, in virtù del Sacro Sangue, la Gran Luce m’investe, consumando le ceneri e la croce, rinnovando, per sola grazia, l’Originario Rilucere”. (dal diario Mya Lurgo)
Out of the Blue_RESURRECTION: Arca Cordis – Arca del Cuore è un’opera interattiva che nasce con l’idea di essere veicolo di meditazione ispirato al tema “la trasmutazione del cuore nei santi dell’ekklesia (chiesa)”, secondo la filosofia di Tommaso Palamidessi espressa nel quaderno numero 49 della scuola esoterica di Alta Iniziazione Archeosofica, datato 24 aprile 1971: “La sostituzione del cuore nei santi è frutto della grazia e del lavoro ascetico ben svolto… La rinnovazione o cambio dei cuori è un fenomeno sorprendente. Esso consiste, secondo l’opinione di alcuni teologi, nell’estrazione fisica del cuore di carne e nella sostituzione con un altro… questo prodigioso cambiamento fisiologico, energetico e psichico… Fra i casi storici è famoso quello di Santa Caterina de’ Ricci, S. Maria Maddalena de’ Pazzi, Santa Ludgarda, Santa Gertrude, Santa Margherita M.Alacoque, Santa Caterina da Siena, Santa Veronica Giuliani, Santa Teresa d’Avila… L’avvio alla trasmutazione del cuore conduce ad allinearci con la Volontà e l’Intelligenza di Dio per un ritorno allo stato Edenico” Il cuore va inteso pertanto come sede, epicentro della volontà, del pensiero, dei sentimenti, della religiosità e della via iniziatica. Un punto di contatto tra il materiale e l’Immateriale. Una traslazione della coscienza dal capo al cuore, promuovendo il pensare del cuore attraverso l’esercizio della cardiognosi (quaderno numero 11 di Tommaso Palamidessi, L’ascesi mistica e la meditazione sul cuore): un metodo per condizionare coscientemente il ritmo respiratorio e cardiocircolatorio; inspirazione in 4 tempi, arresto respiratorio in 4 tempi, espirazione in 4 tempi, arresto respiratorio in 4 tempi. L’opera stessa scandisce le quattro sequenze attraverso un sound della durata di 16 secondi, creato per favorire la concentrazione e il passaggio da una fase all’altra. Sarebbe utile, affinché il fruitore conservi meglio il prana vitale, immaginare durante l’espirazione il proprio fiato di colore bianco, durante la pausa respiratoria il colore rosso e durante l’inspirazione il colore blu.
“Immateriale per se stesso, il celeste smaterializza ciò che accoglie in sé. È il cammino dell’infinito, in cui il reale si trasforma in immaginario… Entrare nell’azzurro è, un po’ come Alice nel paese delle meraviglie, passare dall’altra parte dello specchio. L’azzurro quindi trasporta la coscienza verso una nuova dimensione. È un colore che libera, in un certo senso, dalla schiavitù dello spazio del tempo” (Jean Chevalier, Alain Gheerbrant, Dictionnaire des symboles, Robert Laffont, Paris, 1982)
I tre colori delle luci pulsanti (LED) cadenzano l’andamento del respiro. La tecnica proposta, energizzando il respiro, consente la conservazione del prana vitale nel campo aurico, come insegna Jorg Sabellicus nel manuale di Iniziazione all’Alta Magia. Si è introdotto inoltre l’elemento olfattivo, scelta che nasce dall’esigenza di voler impiegare l’opera come strumento di meditazione, dove la fragranza-essenza di rosa e viola ha lo scopo d’instaurare un ulteriore legame sensoriale con l’osservatore, al quale è richiesto di sedersi comodamente, ma con la schiena eretta e le mani sul proprio petto. L’interazione “opera-respiro- battito-luci-suono-fragranza” è un tutt’uno dove ogni partecipante diviene parte integrante di un’atmosfera e di un’esperienza.
Out of the Blue_BLOOMING
Out of the Blue_BLOOMING: Io (A)scendo qui, la Fioritura del Cuore di Loto nasce da un autoscatto del corpo di Mya Lurgo investito dalla luce di un Vetrino. Tale fotografia, ulteriormente elaborata in digitale, è attraversata da una “transizione-video” (18 secondi), generante un anello che si fa bolla sino a scoppiare in un lampo bianchissimo, per poi acquietarsi in una nera vacuità (18 secondi): parte integrante dell’opera. Il video si sviluppa quale sinergia tra i concetti antroposofici relativi al Corpo di Resurrezione e i miti induisti rievocanti la Respirazione della Vita, nei quali si afferma come alla nascita, con il primo respiro, l’essere umano si sincronizza con i cicli cosmici, compiendo in media 18 respiri al minuto, pari a 25.920 respiri nelle 24 ore; questo stesso numero rievoca gli anni necessari al sole per percorrere tutto lo spazio dello zodiaco e ritornare nel medesimo punto, il giorno dell’equinozio di primavera; 25.920 anni rappresentano un anno cosmico, così come 25.920 respiri costituiscono un giorno di vita umana. Per la realizzazione dell’opera l’atto della respirazione è portato a piena coscienza nel qui e ora: l’inspirazione, fenomeno centripeto, muove verso il centro e contraendosi, assimila la manifestazione nell’oceano oscuro e indifferenziato dell’esistenza; l’espirazione, fenomeno centrifugo, muove verso la periferia, originando l’atto creativo nella molteplicità delle sue forme espressive. L’opera è attraversata dalla vocalizzazione del mantra della resurrezione:
“Yasmai jasam jagat sarvam, yasminn, eva praliyate yenedam dhriyate chaiva, tasmai jnanatmane namah”.
Out of the Blue_BLOOMING: Quando vidi il Fiore, video è composto di un’immagine digitale fissa – l’essenza del fiore – sulla quale sboccia il quotidiano divenire, come un susseguirsi ininterrotto di fioriture. Proprio questo continuum trasforma un fiore qualsiasi, così fragile nella sua presenza, nel Fiore Ideale, archetipo di tutti i fiori, capace di essere Natura e non più soltanto singola espressione di se stesso. Lo sbocciare ininterrotto rievoca il ciclo della vita, il samsara: l’incarnazione e la reincarnazione sino alla fioritura/resurrezione finale, degno epilogo di ogni evoluzione/rivoluzione.
“Quando vidi il Fiore, non ci fu più nulla da aggiungere. Quando vidi il Fiore, amai la pioggia e accettai l’autunno. Quando vidi il Fiore, trovai radici e compresi il vento. Quando vidi il Fiore, il filo d’erba m’indicò Casa” (dal diario di Mya Lurgo)
Out of the Blue_APOCALYPSE
Out of the Blue_APOCALYPSE: La donna vestita di Sole è un’opera che inaugura una nuova serie dedicata al tema dell’Apocalisse; la tecnica impiegata sintetizza la Fase II e III con le conoscenze acquisite nella Fase IV e nel periodo di ricerca Out of the Blue. Il supporto consiste in un Vetrino nel quale è stata incisa una digital art, successivamente elaborata a mano con la minuziosa tecnica colla/ago-spirato. L’interno dell’opera è composto da liquidi oleosi e frammenti prismatici. Un secondo Vetrino, elaborato sul fondo ha funzione di basamento. All’esterno, sulla superficie della digital art, sono state inserite dodici perline trasparenti, una per ogni segno zodiacale. L’opera finita e proiettata con apparecchio realizzato su misura ha una dimensione regolabile sino a 3 metri di diametro. La sintesi estetica definitiva assume il vuoto, la trasparenza e il bagliore quali attributi necessari alla realizzazione stessa del lavoro, attributi che vanno di pari passo con la vita acentrica che l’artista è chiamato a condurre, poiché è impensabile esternare in opera ciò che non si è ancora potuto concettualmente essere. Questo è il motivo per il quale talune creazioni restano in gestazione molto tempo, ossia il tempo necessario a cristallizzare l’idea, l’Immateriale nell’artista stesso.
“Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e sul capo una corona di dodici stelle” (Apocalisse 12:1–2)
La Donna vestita di Sole è l’anima umana. Corpo di Luce o Dorato Manto Nuziale da edificarsi attraverso la progressiva dominazione della propria lunatica pulsione sessuale (la luna sotto i piedi) durante il ciclo di reincarnazioni attraverso i dodici segni zodiacali. Non quindi un apparato spirituale di serie insito gratuitamente in ognuno di noi, bensì un veicolo specializzato, nascente da uno sforzo rivoluzionario e controcorrente (o natura…) della coscienza, atto a esprimersi nell’eterico Eden, la Gerusalemme Celeste.
Out of the Blue_NETWORK
Out of the Blue_NETWORK: E.X.P.O Emanciparsi X Pranica Opportunità meditazione guidata Expo vuole essere un’occasione per esaltare la propria essenzialità e individuare le dinamiche che possono sorgere dall’astensione da cibo: non rappresenta una dieta, bensì guida verso una scelta consapevole nel riconoscere ed evolvere i propri appetiti. Questo progetto Immateriale, controcorrente rispetto alla filosofia del fast food, desidera ridurre l’assuefazione da cibo. Il prana, conosciuto anche come Ki o pneuma, è il vigore e la vitalità che traiamo dall’aria e dalla luce solare tramite la respirazione; i cibi indispensabili al mantenimento della sana e robusta costituzione sono ricchi di prana e hanno vibrazioni superiori ai 6500 Ångström, come indicato dal ricercatore francese ing. André Simoneton nel volume Radiations des Aliments edito da Le Courrier de Livres, Paris. Il “nostro pane quotidiano” è l’apporto pranico assorbito dall’organismo, non certamente alimenti OGM o cibi-spazzatura alterati da bolliture, fritture o cotture al micro onde. La pancia, nostro cervello emozionale, può insegnarci molto su di noi: saltare il pasto, ingurgitare, sputare, assaporare… sono attitudini e abitudini. L’intimo gesto di “mettere in bocca” interiorizza un corpo estraneo, che necessita di essere assoggettato alla nostra individualità per non risultare indigesto o essere rigettato. Espellere “parole” senza dosare e masticare le conseguenze del continuo vociferare è altrettanto nocivo quanto tentare di cibarsi con alimenti morti e mortificati.
Out of the Blue_NETWORK: imago®evolution si propone di neutralizzare quel pathos impulsivo e collettivo inevitabilmente suscitato in ciascuno di noi da tutte quelle immagini crude rese pubbliche da molteplici canali mediatici: tv, social network, internet e riviste, online e cartacee. Tutti sappiamo che l’impatto di un’immagine vale più di 1000 parole ed è in questo sovradosaggio emotivo che riconosciamo di essere bombardati e assuefatti da raffigurazioni raramente edificanti e gioiose. Un horror vacui di figure violente che suscitano a livello globale immaginazioni negative, permettendo il divulgarsi, con la semplicità di un clic, di un cocktail virale a base di paura, risentimento, frustrazione, impotenza, senso di colpa e rassegnazione. STOP. RESET. Ciò che proviamo ha un proprio valore energetico creAttivo, capace dunque di generare un fenomeno di psichismo collettivo volontariamente orientato, chiamato eggregore: una forma pensiero che attrae a sé un circolo vizioso di rinnovata sofferenza per auto-alimentarsi. #imagoRevolution propone una via per dimettere la propria emotività, trasformando l’orrore delle immagini, non per cambiarne il destino – quel che è fatto è fatto purtroppo – ma per mutarne la destinazione finale: da male a bene. #imagoRevolution propone un reale ri-bellarsi: riportarsi al bello, al buono e al giusto, al posto di una muta rassegnazione o una meditata vendetta, perché lo strumento del bene può solo agire il bene per tutte le persone coinvolte. La con-Vocazione è aperta ad artisti respons-abili: abili a rispondere con coscienza, trasformando non il fatto accaduto ma l’energia che lo investe, in virtù dell’enunciato: “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.” L’operazione è Immateriale, ma non per questo meno reale.
“La ricerca del bene nel male, cambierà col tempo il male in bene. Se la forma che è costruita per diminuire il male è debole essa non avrà nessun effetto e sarà distrutta dalla forma cattiva; ma se è forte e frequentemente ripetuta, essa avrà effetto di disintegrare la cattiva e sostituirvi la buona”. (Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce)
Out of the Blue_NETWORK: #ThankUturn è un’operAzione Immateriale destinata alla divulgazione su Facebook per amplificare la percezione di positività rispetto alla SOStanza negativa immessa quotidianamente in circolazione. Questo progetto propone un’inversione a U di marcia e di tendenza, per far pesare l’ago della bilancia a favore del bello, del buono e del giusto secondo il motto: cambiare visione è cambiare versione! Il costante riconoscimento del valore, anche delle piccole cose, dimostrerà quante opportunità si hanno di rendere GRAZIE e di cre–Attivare una Forma-Pensiero Collettiva utile a precipitare circostanze favorevoli, soprattutto se condivisa e sostenuta da più occhi. Provare. Resistere al tormento del lamento e cambiare rotta: #ThankUturn.