Serie Cosmo(a)gonia + IlluminAzioni
La TV – television / tell a vision – trasmette immagini, pilota e divulga globalmente 1 visione della realtà. Il quotidiano credere e confidare collettivo convalida la versione mediatica, accrescendo l’effetto grazie all’energia immessa nel proprio voler giudicare. Il quid energetico, pur gravando sulla storia dei singoli individui, mantiene la sua contaminazione nell’inconscio collettivo, quale anima dell’umanità.
Le Profezie del Divenire sono operazioni tra le righe dell’apparenza, nel senso che trasfigurano la percezione sensoriale con lo scopo di neutralizzare il pathos sociale – cagione di ulteriore malessere – per collassare una probabilità super partes: valevole oltre le logiche e le ragioni umane. Ritenere le Profezie del Divenire opere d’arte è riduttivo rispetto al servizio che l’artista intende offrire.
L’arte in sé non basta e il valore estetico è solo di supporto. L’intento è l’unico vero motore creativo.
Nell’umanità a unanimità tutto è in relazione con tutti.
Siamo interconnessi anche e soprattutto con chi giudichiamo, perché il nostro focus va proprio lì dove il dente duole e dove non dovrebbe esserci ulteriore sollecitazione. Occorre un idoneo self-control sul proprio pensare, sentire e agire per non alimentare inconsciamente quello che già ci nuoce, ma soprattutto occorre farsi carico del SOSpeso: le creazioni erronee e le nostre percezioni.
Reset e Respons-Abilità: abilità di risposta: “Saniamoci da ciò che crediamo di essere e da ciò che crediamo di vedere”. La téchne utilizzata per commuovere e attrarre la possibilità di un nuovo scenario è scandita in cinque stadi e mette in opera la formula “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma da una forma all’altra”. L’opera-prototipo ha condotto alla creazione di altre due sottoclassi della medesima ricerca:
• Profezie del Divenire Cosmo(a)gonia
• Profezie del Divenire IlluminAzioni
TÉCHNE ACENTRICA
1. Nel primo stadio l’operazione inizia con uno scatto fotografico al televisore durante il telegiornale: strumento d’informazione di massa, visione nuda e cruda, presa di coscienza soggettiva.
2. Nel secondo stadio la medesima foto è digitalmente destrutturata, amplificando i pixel dell’immagine per favorire una prospettiva acentrica* e senza immedesimazione dell’osservatore.
3. Nel terzo stadio dell’opera vi è l’immagine del monoscopio: schermata televisiva prodotta allo scopo di verificare la qualità delle trasmissioni e delle apparecchiature televisive. L’artista è silente e ricevente: non c’è azione, né volontà d’interferire nell’immaginario collettivo imponendo la propria errata corrige. Il non-giudizio opera perché la pausa è prolifica, nel senso che porta in superficie dal Mondo delle Idee, la figurazione di una eventualità nuova, un concepimento immateriale oltre il diktat mediatico e i privati desideri dell’artista.
4. Nel quarto stadio la precipitazione del Vuoto è Profezia del divenire: rappresentazione virtuale che prende forma sullo schermo mentale dell’artista, resosi veicolo neutrale. Talvolta l’elaborazione richiede l’uso di “convertitori”: immagini sacre ed empatiche con il credo collettivo, le quali vengono “fluidificate e integrate” all’immagine per controbilanciare il quid energetico.
Trasdurre quest’immaginazione in opera fruibile offre la possibilità di staccare la spina del proprio credo dal quadro mediatico, neutralizzando l’energia. L’operazione alchemica potrebbe ritenersi conclusa “con un pareggio energetico”, ma s’intende oltrepassare anche il bisogno di avere un’altra versione-visione oltre a quella inoculata dai mass-media.
5. Nel quinto stadio la stessa Profezia del Divenire è elevata e offerta a potenza superiore simboleggiata dalla Fase Bianca, in cui tutti i referenti spazio-temporali tornano a essere Origine e Unità, priva di contraddizioni, costrizioni e condizionamenti. Affrancarsi a quest’immaginazione non solo stende un velo pietoso sulle mal creazioni umane, ma attrae più vita, chiamando in causa, dall’Immateriale, i necessari potenziali latenti insiti nell’esistenza, ma non avvalorati dal sistema.
La Profezia del Divenire neutralizza e creAttiva.
La Fase Bianca è un punto a capo. Il Lavoro è servito.
I cinque stati dell’opera Profezie del Divenire sono stampati su carta fotografica e inseriti nel giornale (l’inserto), il quotidiano: testata giornalistica assunta per storicizzare l’opera nel qui e ora e per consentire al fruitore di voltare pagina, gesto che simboleggia il lasciar scorrere, andare avanti, perDonare, evolvere. Il bastone di legno è il supporto dell’opera.
“Tutto quanto accade a un altro, accade a noi stessi e se qualcuno ti domandasse cosa mai una scritta simile possa significare, risponderai che significa il Cuore di Cristo e il Cervello di Shakespeare” (Oscar Wilde, De Profundis)
La serie Cosmo(a)gonia (r)accoglie una grande quantità d’immagini suddivise in “pacchetti e categorie horror”: dai roghi dell’inquisizione, ai rettiliani, alla violenza su donne e bambini, al nazismo, alla guerra, ai potere politico e religioso… in sintesi, tutto ciò che rende la Terra un pianeta a terra.
Da queste immagini estrapolate dal contenitore sociale “internet” sono emerse 11 Profezie del Divenire e tutte e 11 sono state sintetizzate in una sola immagine atta alla divulgazione, intitolata Sia così. Quest’immaginazione è l’invocazione offerta all’Immateriale con l’auspicio di com-muovere e collassare una verità più degna e umanamente SOStenibile.
Colleghi artisti sono invitati a partecipare al progetto www.imagorevolution.info
“Cooperare vuol dire unire la propria azione a quella degli altri in vista di uno scopo da raggiungere, lo scopo per il quale io propongo la cooperazione è l’arte. Nell’arte senza problematica si trova la fonte di vita inesauribile per la quale, se siamo dei veri artisti liberati dall’immaginazione trasognante e pittoresca del dominio psicologico che è il contro-spazio, lo spazio del passato, noi arriveremo alla vita eterna, all’immortalità. L’immortalità si conquista insieme, è una delle leggi della natura dell’uomo in funzione dell’universo. […] Propongo in effetti di superare l’arte stessa e di lavorare individualmente al ritorno alla vita reale, quella in cui l’uomo pensante non è più al centro dell’universo, ma l’universo al centro dell’uomo. […] Penso che l’Occidente europeo comprenderà il valore della nostra impresa immaterializzante in tempo per vivere senza tardare nel vergine, nel perenne, nella bellezza oggi.” (Yves Klein)